Seventh Wonder - The Great Escape

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    Seventh Wonder - The Great Escape

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    Anno di uscita: 2010

    TRACKLIST:
    1. Wiseman - 5:42
    2. Alley Cat - 6:06
    3. The Angelmaker - 8:29
    4. King of Whitewater - 7:20
    5. Long Way Home - 4:26
    6. Move on Through - 5:04
    7. The Great Escape - 30:14

    Genere:

    Progressive Metal

    Line Up:

    Tommy Karevik - Voce
    Andreas Söderin - Tastiere
    Johan Liefvendahl - Chitarra
    Andreas Blomqvist - Basso
    Johnny Sandin - Batteria

    Jenny Karevik - Ospite vocale in Long Way Home e The Great Escape
    Arto Järvelä - Violino in King Of Whitewater

    Label: Lion Music

    Voto: 80


    Ecco come fare Progressive Metal senza copiare e incollare nulla dei Dream Theater. I Seventh Wonder nel 2010, dopo l'ottimo "Mercy Falls", regalano al pubblico un altro piccolo capolavoro, "The Great Escape", che è un'altra conferma delle loro capacità. Il Prog Metal, misto a qualcosa di Power e caratterizzato da forti pennellate AOR, che propone questo gruppo non è nulla di innovativo. Anzi, stupisce come il gruppo riesca a mixare elementi così diversi fondendoli in un unica opera. Sono numerosi i frangenti in cui il gruppo passa da arrangiamenti tipicamente AOR a sezioni strumentali tipiche del Prog Metal.

    Viene subito messa in risalto la prestazione vocale di Tommy Karevik in brani come nel singolo "Alley Cat", "Move On Through" e nella ballad "Long Way Home", cantata nel finale anche dalla sorella di Karevik, Jenny. Da citare anche le influenze power nella opener "Wiseman" o nel ritornello particolarmente ispirato di "The Angelmaker". La band in "King Of Withewater", brano nella media, tocca anche il Symphonic, grazie agli splendidi arrangiamenti di violino di Arto Järvelä. E fino a qui sembra un buon disco, senza infamia e senza lode.

    Ma non è finita qui: il brano più lungo e complesso dell'album, ovvero la title-track, dura mezz'ora; e in questa mezz'ora il gruppo riassume tutto il lavoro della band, dagli inizi fino ad ora. Il bellissimo testo è ispirato a un racconto di Harry Martinson e racconta la storia di una nave spaziale che finisce alla deriva nello spazio. Così la suite sembra una raccolta di brani uniti tra di loro, a formare una specie di concept. Musicalmente, questa suite, alternando momenti acustici e accelerazioni monumentali, permette ai Seventh Wonder di sfoggiare il meglio di loro stessi. Da sottolineare l'intro acustico e la meravigliosa parte finale.

    E con la title-track finisce anche il disco; certo, non un maestoso capolavoro, ma la band ha dimostrato le potenzialità per realizzarlo. Sono evidenti le citazioni di gruppi come Dream Theater e Symphony X, ma la cosa che stupisce è che mantengono la loro identità e un loro sound senza mai cadere nel banale, cercando di realizzare qualcosa di imponente e importante. Chissà, questo potrebbe essere l'inizio di una nuova corrente. Per tutte queste ragioni, l'album potrebbe tranquillamente candidarsi a miglior disco progressive del 2010. Così, i Seventh Wonder hanno lasciato intendere che il prossimo lavoro potrebbe essere la loro definitiva consacrazione al Progressive Metal. Intanto godiamoci i loro dischi.

    Edited by Perennial Quest - 25/6/2011, 10:15
     
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  2. Mezza
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    m'hai fregato la recensione :D cmq voto un po' bassino, al 90 ci arriva tranquillo.
     
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  3. Plakya
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    90 mi sembra un po' eccessivo, ma devo ammettere che ho rivalutato molto quest'album, da quando e' uscito.
     
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  4. Mezza
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    per me è il top del prog degli ultimi anni.. ergo, da 90 in su.. poi han mischiato con l'AOR quindi han vinto.
     
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3 replies since 10/2/2011, 17:19   50 views
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