Metallica - Metallica

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  1. Plakya_19
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    Metallica - Metallica

    metallicablackalbum

    Anno di uscita: 1991

    TRACKLIST:
    1. Enter Sandman - 5:32
    2. Sad but True - 5:25
    3. Holier Than Thou - 3:48
    4. The Unforgiven - 6:27
    5. Wherever I May Roam - 6:44
    6. Don't Tread on Me - 4:00
    7. Through the Never - 4:05
    8. Nothing Else Matters - 6:29
    9. Of Wolf and Man - 4:17
    10. The God That Failed - 5:09
    11. My Friend of Misery - 6:50
    12. The Struggle Within - 3:54

    Genere:

    Heavy Metal

    Line Up:

    James Hetfield - Voce, Chitarra
    Kirk Hammett - Chitarra, Sitar
    Jason Newsted - Basso
    Lars Ulrich - Batteria

    Label: Elektra Records

    Voto: 64


    I Metallica, dopo "Master of Puppets" ed "...And Justice For All", dovevano mantenere la loro bravura nel campo del Thrash Metal. Così, nel 1991, rilasciano l'album "Metallica", soprannominato "The Black Album" per via della copertina nera. Guardando la copertina, l'album sembra il solito disco Thrash in stile Metallica. Ora vedremo se le nostre impressioni sono giuste. Il disco non è troppo lungo, dura poco più di un'ora.

    Si parte subito con "Enter Sandman", una delle canzoni più commerciali dell'album ma non per questo la peggiore; anzi, devo dire che è una delle mie preferite dell'album. Il brano inizia con un intro di chitarra, a cui si affiancano batteria e basso. Gli strumenti entrano a uno a uno, un classico modo per cominciare un album. L'assolo, a circa a 2:40, non è uno dei migliori di Hammett. La canzone, purtoppo, si conclude con il solito fade out che qui non ci sta molto bene. Ottima traccia comunque. Ripartiamo subito con "Sad But True", traccia in cui Hammett si fa notare subito e Ulrich mette in mostra il suo lato più tecnico. Dopo 3 minuti, inizia l'assolo di Kirk Hammett, uno dei migliori dell'album, anche se abbastanza breve, per poi lasciare spazio per un riff di basso.

    "Holier Than Thou" parte subito forte, Ulrich al massimo così come Newsted. Il ritornello è apprezzabile, mentre Hammett, nella seconda parte, si fa notare con un assolo tecnicissimo. E ora c'è la classica ballata, a mio avviso il miglior pezzo dell'album: "The Unforgiven". La chitarra assume, come il canto di Hetfield, toni epici. Il ritornello, ogni volta che lo sento, mi fa sognare. Dopo qualche minuto, mi rendo conto che Hetfield, in questa canzone, ha abbandonato il rozzo stile di canto per lasciare spazio a uno più melodico e tecnico. Intanto, parte l'assolo: nulla di che, più positivo che negativo. Il finale è con il fade out, ma questa volta ci sta bene.

    "Wherever I May Roam" parte con un intro alla chitarra, per poi progredire di velocità. Hetfield torna a cantare come sa fare meglio e, dopo 4 minuti, è il momento di Hammett: un altro buon assolo, questa volta lunghetto rispetto ai suoi standard ma, man mano che avanza, l'assolo migliora. In "Don't Tread on Me", la band cambia tempo ogni battuta fino al canto di Hetfield. Spettacolari le rollate di Ulrich, come l'energia che ci mette Hetfield nel cantare. Dopo 2:30 Hammett esegue un assolo percorrendo tutte le scale possibili ed immaginabili. Apprezabile il finale.
    La settima traccia, "Through the Never", parte con Ulrich e Hammett in forma, e Hetfield rovina tutto appena comincia a cantare: qua il ritornello è uno dei più brutti dell'album, ma almeno sono i riff di chitarra a salvare la canzone, e in seguito l'assolo, veloce e potente.

    "Nothing Else Matters"è la seconda ballad dell'album, in cui l'unico che si nota nella prima parte è Hetfield, con un canto molto soft e melodico. Buona l'idea di integrare l'orchestra. Sicuramente inferiore a "The Unforgiven", ma fa la sua figura.
    Cos'è questo riff appena accennato? E' l'intro di "Of Wolf And Man", supportato dalla batteria di Ulrich e da Newsted. Hammett si fa beffa di tutti con il suo assolo. La canzone si conclude con un Hetfield più carico che mai.

    "The God That Failed" sembrerebbe piuttosto semplice dal punto di vista tecnico, ma ci rendiamo conto che non è così. Hetfield canta in modo fenomenale e Hammett esegue buoni riff e un assolo più che sufficiente, che acquisisce velocità con il suo proseguimento. Una delle migliori tracce dell'album. L'inaspettata "My Friend of Misery" la consideravo una delle peggiori, ma mi sono dovuto ricredere: comincia con un attacco di Newsted per poi partire più tecnica che veloce. Ulrich si comporta bene, Hetfield e Hammett fanno una buona figura. Hammett compie un assolo che ricorda dapprima quello di "One", ma poi ci ricrediamo, perché l'assolo, parte, ma è spezzato in tante battute. L'ultima traccia dell'album, "The Struggle Within", è la più veloce dell'album e ricorda "Battery". Performance buone dai musicisti, ma l'assolo di Hammett è da ricordare e sottolineare. La canzone si conclude con un ottimo ritornello da parte di Hetfield: la giusta e meritata fine di quest'album.

    Com'è quest'album? E' riuscito? E' uno dei più brutti o dei più belli dei Metallica? Sostanzialmente, ci sono ottime tracce, tracce che fanno una buona figura e tracce da cui si poteva chiedere un po' di più. Una delle poche pecche è la mancanza di una strumentale, ma nel complesso, un buon album, che ci regala alcune perle; album da ricordare, ma sottolineando che questo è l'inizio del declino per i Metallica; infatti si sente che quest'album è inferiore ai suoi predecessori. Questo sarà il primo e l'unico album heavy fatto abbastanza bene che ci regaleranno i Metallica.

    Edited by Perennial Quest - 25/6/2011, 10:18
     
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0 replies since 29/11/2010, 17:33   22 views
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